You are currently viewing Diversity inclusion nell’ECEC: esperienze e approcci da cui prendere esempio
  • Post category:NEWS

La fase iniziale del progetto Diversity+, conclusasi a febbraio 2021, è stata caratterizzata da un’importante attività di ricerca, orientata alla raccolta di pratiche ispiratrici in materia di educazione inclusiva nel settore della prima infanzia, nei contesti nazionali dei partner progettuali (Bulgaria, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, UK), e oltre. Nonostante difficoltà e sfide di ogni sorta, esperti e rappresentanti istituzionali di ogni Paese portano avanti un lavoro costante per migliorare l’inclusività dei propri servizi. Degni di massimo rispetto e riconoscimento sono i loro successi e le loro scelte… creative.

 

Sono stati collezionati 29 approcci ed esperienze da cui prendere esempio da ciascuno dei Paesi partecipanti, nonché da altre regioni europee. La raccolta è interamente visionabile grazie all’elaborazione di un E-Book dal titolo Diversity Inclusion in ECEC.

Di seguito, una selezione degli esempi raccolti, raggruppati secondo caratteristiche comuni che contribuiscono a definire inclusività e qualità dei servizi ECEC:

 

  1. Un approccio flessibile e profondamente radicato nella comunità locale, con connessioni vitali con altri servizi locali come le scuole di quartiere e i servizi sociali, familiari e per l’infanzia

Un esempio ispiratore è il progetto TOY for Inclusion (Skola dokoran – Wide Open School n. o., Slovacchia). L’iniziativa vede l’allestimento di Play Hub in luoghi accuratamente selezionati perché ritenuti ad alto potenziale al fine di riunire bambini e adulti di tutte le età e provenienti da ambienti diversi. Il progetto fornisce loro uno spazio sicuro, arredato con materiali didattici e giocattoli di alta qualità, che le famiglie non potrebbero altrimenti permettersi di utilizzare o possedere da sole.

 

Un altro esempio degno di nota è Prima Infanzia Social Club (Associazione Genitori Scuola Di Donato – Roma, Italia), che ha l’obiettivo di sostenere le madri sole, per facilitare la loro inclusione in un contesto sociale e professionale stimolante, e offrire loro opportunità di formazione ed empowerment.

 

  1. Un approccio olistico nei confronti dei bambini – riconoscendo e rispettandone la lingua, l’individualità ed ogni altra caratteristica e peculiarità

Tra gli esempi cui ispirarsi, bisogna citare il Multisensory garden (Fondazione Karin dom – Bulgaria), che sfrutta la didattica “en plein air” per il perseguimento dell’integrazione sensoriale. Il 59 Kindergarten “Elhitsa” di Sofia, in Bulgaria, dal canto suo cura l’integrazione educativa prescolare di bambini con bisogni speciali negli asili.

 

Un altro esempio stimolante e di successo arriva dalla Language Friendly School (Rutu Foundation for Intercultural Multilingual Education – Paesi Bassi). Il concetto di LFS consiste in un approccio dal basso che si rivolge a tutto tondo ai minori e all’istituto scolastico stesso. In questa scuola, infatti, tutti i bambini hanno accesso a un ambiente di apprendimento linguistico in cui si sentono accettati e apprezzati per tutto ciò che sono. Nessun bambino viene redarguito per aver parlato nella propria lingua madre (“prima lingua”) mentre è a scuola.

 

  1. Un approccio che guarda all’intero apparato istituzionale: tutte le voci e le prospettive vengono ascoltate, inclusa quella del bambino

Il progetto Bambini Dalla Periferia al Centro (ConOpera Social Coop – Firenze, Italia), finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini, è un’iniziativa singolare, realizzata da un partenariato pubblico-privato. Il progetto mira a creare e rafforzare relazioni generative, promuovendo un’alleanza tra le famiglie e il territorio, considerato come la base di una vera comunità educante.

 

Nei centri Ludens di Utrecht, nei Paesi Bassi, l’obiettivo è creare un ambiente stimolante e di supporto in cui i bambini possano scoprire il mondo e svilupparsi attraverso il gioco, a modo loro e seguendo il proprio ritmo. Tutto lo staff si impegna a dare a tutti i bambini lo spazio per essere se stessi e tutti hanno voce in capitolo: bambini, genitori, professionisti e comunità locale.

 

  1. Pratiche per uno sviluppo professionale continuo, tra ricerca e azione: professionisti come ricercatori della propria pratica, coaching e comunità di apprendimento professionale

La metodologia Good Start, sviluppata da Schola Empirica (Praga, Repubblica Ceca) è inclusiva e si fonda sulla cooperazione con i genitori. È concepita per i genitori stessi e per assistenti sociali, e include strategie pronte all’uso su come supportare lo sviluppo sociale ed emotivo dei bambini per affrontare al meglio situazioni problematiche.

  1. Introduzione a pratiche speculative

Negli asili nido di KindeRdam di Rotterdam, nei Paesi Bassi, l’obiettivo è costruire comunità democratiche collaborando a stretto contatto con università ed esperti esterni, coinvolgendo i professionisti nell’analisi della propria pratica.

 

  1. Coinvolgimento dei genitori, visti quali interlocutori e partner pieni di risorse

Vale la pena menzionare il centro per famiglie Deti deťom Domček, a Dobšiná, in Slovacchia. Il Detstvo deťom offre servizi completi per le famiglie della comunità locale e si rivolge a diversi gruppi target, quali bambini molto piccoli e fasce d’età più avanzate, nonché i loro genitori. Questa iniziativa riconosce il ruolo essenziale del genitore quale principale role model per un bambino. Il bambino, infatti, segue l’esempio dei propri genitori. Pertanto, i genitori necessitano di supporto per diventare modelli positivi, degni e responsabili per i propri figli. Attraverso una guida discreta, ma anche sessioni di formazione e altre attività educative coinvolgenti le famiglie, i dipendenti aiutano i genitori ad ampliare i propri orizzonti e ad acquisire fiducia nelle proprie capacità genitoriali.

Un altro esempio di successo è l’organizzazione Elmer di Bruxelles, in Belgio, che offre servizi di assistenza all’infanzia di alta qualità e accessibili a famiglie con storie diverse, spesso caratterizzate da forti vulnerabilità. Lo fa proponendo opportunità di formazione e occupazione per i genitori e costruendo una forza lavoro ECEC diversificata, che sviluppa un senso di ownership verso il servizio prestato e funge da ponte con le famiglie.

  1. Attrarre più uomini nell’ECEC e supportarli una volta assunti

La campagna Mitey (Men in the Early Years), nata nel Regno Unito e sviluppatasi come rete di attori e organizzazioni rilevanti, promuove l’uguaglianza di genere nello staff ECEC, costruendo uno spazio motivazionale e attrattivo per gli uomini che vogliono avvicinarsi al settore. L’obiettivo è farli sentire a proprio agio circa la propria scelta di carriera, nonché accolti e supportati, una volta assunti. Le risorse prodotte da Mitey si rivolgono alle organizzazioni ECEC affinché riescano ad attirare sempre più uomini nel settore, e sottolineano al contempo l’importanza dell’impegno diffuso nel creare una forza lavoro mista nel settore della prima infanzia.

Ulteriori informazioni su tutte le 29 pratiche sono a disposizione qui.