Di Alina Cosmulescu, tirocinante Aspire-international
La fase iniziale del progetto Diversity+ ha previsto l’acquisizione di una comprensione più approfondita circa l’offerta del settore dell’Educazione e cura della prima infanzia (ECEC) nei paesi partner del progetto, oltre a coinvolgere paesi esterni al consorzio. Tra i tanti contatti instaurati e/o consolidati grazie a questa attività di ricerca, abbiamo intervistato un esperto tedesco, il quale risiede a Berlino e realizza progetti di ricerca e formazione a livello locale, sub-nazionale, nazionale ed europeo, riservando particolare interesse alle disuguaglianze sociali e di genere. L’articolo a seguire offre alcune riflessioni interessanti sulla valutazione dell’ECEC tedesco da parte dell’intervistato.
Nell’intervista, egli ha dichiarato come, nonostante il tema della diversità e dell’inclusione non rappresenti una priorità nell’operato dell’ECEC tedesco, la questione sta richiamando sempre più attenzione. All’interno di questo settore, gli approcci adottati sono ancora molto conservatori e in gran parte determinati dalla cultura e dai valori della singola organizzazione. L’intervistato ritiene che ci sia un evidente bisogno di ulteriore sensibilizzazione, informazione e perfezionamento delle competenze, che dovrebbero essere supportati da sostegni statali.
Negli ultimi 10-15 anni, la diversità nell’ECEC è diventata un punto focale in Germania, e i professionisti che lavorano nel settore si sono resi conto di quanto sia vero che gli stereotipi si sviluppano nei bambini fin dalla più tenera età. Di conseguenza, le strategie per accogliere le diversità stanno acquisendo importanza.
Nel 2009, la Germania ha firmato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e ha iniziato ad attuare tale strategia. Tuttavia, esiste un divario tra la volontà politica esistente e le esigenze pratiche dell’ECEC: l’implementazione è avvenuta troppo rapidamente, senza una sufficiente formazione del personale nella fase preparatoria e di conseguenza i risultati non sono ancora efficaci come ci si aspetterebbe.
Secondo l’intervistato tedesco, il gruppo che ha più difficoltà ad accogliere la diversità è il corpo docente più anziano. Questo problema si percepisce specialmente nelle aree rurali, dove mancano formazione e conoscenza sull’argomento. Altrettanto scarsa è la sensibilità culturale, che di solito non viene considerata come parte della formazione dei professionisti ECEC, il che significa che non saranno sufficientemente preparati a promuovere la diversità sul posto di lavoro.
Guardando il lato positivo, un aspetto che è migliorato è il modo in cui pregiudizi e preconcetti vengono affrontati nelle pubblicità per l’ECEC in Germania: le immagini promozionali utilizzate ora si stanno diversificando, ritraendo ad esempio bambini con disabilità o appartenenti a varie etnie.
Affinché la diversità sia pienamente accolta, è cruciale che i bambini con bisogni speciali siano inclusi nell’offerta principale dell’ECEC, vista la sua rilevanza nello sviluppo cognitivo e sociale della persona. Secondo l’intervistato, è la paura dell’ignoto a creare e alimentare i pregiudizi. È altresì importante affrontare i rapporti di potere con cui i gruppi emarginati si devono misurare e chiedersi di quali strumenti questi dispongano per agire nella società. L’ingiustizia sociale è presente (anche) nell’ECEC, e tali disuguaglianze devono essere sconfitte.
Le organizzazioni ECEC dovrebbero promuovere una cultura che accolga la diversità e questo dipende da quanto ogni professionista della prima infanzia sia disposto a valutare e a migliorare il proprio atteggiamento nei confronti dell’argomento. Poiché la cultura varia nel tempo, abbiamo tutti bisogno di un promemoria costante per mantenere un approccio positivo nei confronti della diversità e abbattere qualsiasi preconcetto e pregiudizio.
Immagine: “Crayons de couleur” di Supernico26 rilasciato con licenza CC BY 2.0