Nonostante il partner britannico Aspire-igen Group non sia più parte attiva in Euroguidance a causa della Brexit, la Rete continua ad essere utilizzata quale strumento per la diffusione del progetto Diversity+, contribuendo anche al reperimento di esperienze e prassi virtuose provenienti da Paesi esterni al consorzio. Queste relazioni sono preziose per il raggiungimento degli obiettivi progettuali e confermano la rilevanza dell’eBook di buone prassi e della Carta Diversity+, ad oggi elaborati.
Attraverso Euroguidance, Aspire-igen ha potuto intervistare due consulenti senior presso l’Unione danese degli educatori della prima infanzia e della gioventù, come parte della fase iniziale di ricerca tenuta lo scorso anno.
Secondo gli intervistati, il principio dell’accesso universale all’ECEC (Early Childhood Education and Care) è molto sentito nella società danese, la quale desidera fortemente prendersi cura dei suoi cittadini più giovani. Tutti i bambini dovrebbero avere accesso ai servizi ECEC in modo equo, a prescindere da background e bisogni particolari.
Tuttavia, esiste un crescente dibattito su come aumentare la percentuale di bambini appartenenti a minoranze etniche nell’ECEC. A Copenaghen ci sono molti bambini con background migratorio, ma non è lo stesso nel resto del paese. Nella capitale, ai bambini viene insegnato in danese, ma gli intervistati affermano che il personale docente tende a comunicare con i genitori delle minoranze etniche in inglese in quanto non formati per lavorare in altre lingue.
Un altro problema che l’ECEC danese deve affrontare è l’atteggiamento conservatore della società nei confronti degli immigrati – che i nostri intervistati dichiarano essere più comuni lì che nelle vicine Svezia e Norvegia. Quando i bambini provenienti da un contesto migratorio lasciano l’ECEC per affrontare la scuola primaria, hanno meno probabilità di successo rispetto ad altri studenti, forse perché si sentono sgraditi o non pienamente accettati nella società d’accoglienza.
La formazione degli insegnanti in Danimarca è ampia e generalista, con un’enfasi insufficiente su come sostenere gruppi specifici di bambini. Gli intervistati sostengono che ci sia bisogno di formazione in servizio o seminari per colmare questa lacuna. Se un professionista ECEC si trova in un comune con un’alta densità di diversità etnica, vi sarebbe la necessità di adeguare le competenze del personale ECEC in questo senso.
Uno degli intervistati ha ricordato la propria esperienza di insegnamento a bambini molto piccoli con un background turco. Oltre a celebrare il Natale e la Pasqua presso il centro ECEC, hanno anche celebrato l’Eid. Quando la classe parlava di geografia, discutevano della città danese in cui vivevano, ma anche delle città e della cultura della Turchia. L’insegnante si è assicurato che le immagini della Turchia e della Danimarca fossero esposte in classe al fine di riconoscere e rispettare il background di tutti i bambini presenti.
In linea di principio, gli intervistati ritengono che la diversità debba essere celebrata e considerata come qualcosa che rende la Danimarca più forte, e dovrebbe essere abbracciata in tutta Europa allo stesso modo. Desiderano anche garantire che l’ECEC sia riconosciuto come una base molto importante per l’istruzione, dotando tutti i bambini di soft skill cruciali per la vita, non solo in termini di capacità cognitive ma anche morali e sociali.
Autore: Michael Miller, Aspire-international Project Officer, UK
Crediti fotografici: Yadid Levy / Norden.org